Siracusa. La zona monumentale della NeapolisLa grande espansione urbana di Siracusa, fortemente intensificata negli anni cinquanta, ebbe come conseguenza che la zona monumentale della Neapolis, che fino a pochi decenni addietro si trovava in una idilliaca pace campestre suburbana, venisse a trovarsi nell'immediata periferia della città moderna, che con le sue costruzioni sempre avanzanti veniva ad investirla e addirittura ad oltrepassarla. Luigi Bernabò Brea si rese conto della necessità di inquadrare questa zona importantissima nell'urbanistica della città attuale e tra il '52 e il ‘55 intraprese una gigantesca e molto contrastata azione di tutela, che la salvaguardasse e consentisse di riunire in un unico "Parco della Neapolis" i singoli monumenti che la componevano: il teatro greco, il santuario di Apollo, l'ara di Jerone II, le Latomie del Paradiso, dell'Intagliatella, di Santa Venera e l'anfiteatro fino alla "tomba di Archimede". Quasi tutte le aree interposte fra i singoli monumenti sono state espropriate e i singoli monumenti, usciti dall'isolamento in cui si trovavano, sono stati congiunti fra loro da aree verdi, nelle quali sono stati eseguiti scavi sistematici che dimostravano in quale rapporto stavano fra loro i monumenti nell'antichità, restituendoli al complesso urbanistico di cui facevano parte. Bibliografia:
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